Labirinti d’Italia
Quando pensiamo ad un labirinto, la nostra mente torna ai tempi dell’infanzia, e si concentra su due storie: quella mitologica di Teseo e il Minotauro, e quella “disneyana” di Alice nel Paese delle Meraviglie. Strade senza uscite, trappole, misteri da risolvere, tutti immersi nel verde, ed una sensazione mista tra il ludico e il misterioso.
La parola Labirinto deriva dal nome greco labýrinthos (λαβύρινθος), usato nella mitologia per indicare il labirinto di Cnosso, ovvero il leggendario percorso che sarebbe stato progettato da Dedalo con il figlio Icaro, su indicazione del re Minosse sull’isola di Creta, per racchiudervi, per l’appunto, il già citato Minotauro, e significherebbe letteralmente “palazzo dell’ascia bipenne”.
Considerato da molti filosofi l’emblema della ricerca dell’infinito e dell’eterna volontà dell’uomo di esplorare luoghi sconosciuti, in realtà si diffonde nei salotti aristocratici solamente attorno al 1600, puramente per fini estetici.
In Italia, ve ne sono alcuni molto belli e suggestivi: per esempio, il Giardino Garzoni, eletto nel 2015 Parco più bello d’Italia, che si trova in provincia di Pistoia, precisamente a Collodi… il nome vi ricorda qualcosa? Ebbene si: in questo giardino vi passò l’infanzia lo scrittore Carlo Lorenzini, noto ai più col nome di Carlo Collodi, il creatore di Pinocchio.
La villa Garzoni è circondata da un giardino barocco, ricco di giuochi d’acqua, fontane e grotte artificiali, con i suoi viali che formano un labirinto suggestivo da affrontare e scoprire.
Un altro luogo magico da visitare si trova a Verona, nella struttura voluta dal conte Agostino Giusti: Giardino Giusti, ideato attorno al 1400, ma strutturato così come possiamo visitarlo nel 1570, conserva intatte le sue statue mitologiche, le grotte acustiche, i padiglioni panoramici e, soprattutto, un complesso labirinto, visitato da personaggi illustri di ogni epoca (per esempio, Mozart e Goethe).
Rimanendo in Veneto, concludiamo questo breve excursus con il recentemente ristrutturato Labirinto Borges, sito a Venezia sull’isola di San Giorgio Maggiore, nel giardino di un antico convento benedettino: è dedicato a Jose Luis Borges, scrittore argentino che amava profondamente la città, ed è stato realizzato dall’architetto Randoll Coate per la Fondazione Giorgio Cini, ispirandosi al racconto “Il giardino dei sentieri che si biforcano”. Visto dall’alto, i sentieri e le siepi formano vari simboli e parole, tra cui anche il cognome dello scrittore.
Se vi state chiedendo, giunti a questo punto della lettura, come crearvi una piccola struttura a labirinto casalinga, per potervi ritagliare un luogo speciale dove trascorrere del tempo in armonia con la natura, lontano da occhi indiscreti, ecco a voi la risposta: certamente!
Innanzitutto, avrete bisogno di un progetto iniziale su carta, dove disegnare il vostro percorso e pianificare ogni singolo aspetto, soprattutto per la manutenzione (obbligatoria) futura, e per selezionare gli arbusti adatti allo scopo. La specie maggiormente utilizzata per la realizzazione di questi dedali è il bosso, perché si presta alla cosiddetta topiatura, ovvero alla modellazione artistica tramite potatura, e perché è un sempreverde che conserva la sua tonalità per tutto l’anno, che cresce sia in pieno sole, sia in situazioni d’ombra. Essendo però questo arbusto particolarmente soggetto a malattie parassitarie, in alternativa, potreste optare per l’agrifoglio giapponese (ilex crenata), un albero che cresce lentamente e tollera molto bene il freddo, o per il cosidetto bosso africano (myrsine africano), ma solamente nelle zone con una temperatura mite tendente al caldo.
Dopo aver scelto l’arbusto adatto… è tutta fantasia! Potete optare per un labirinto del patio, con delle finitrici di due colori diversi, oppure il classico labirinto di siepi, o perché no… un labirinto misto tra siepi e viti! L’importante è che trovare la sua uscita… non sia troppo facile!