La storia della grafica, dalla tipografia ad oggi
Quando parliamo di grafica, immediatamente il nostro pensiero va a una serie di tecniche che servono per riprodurre una immagine, partendo dal progetto, e giungendo alla sua resa artigianale o industriale: fatta questa premessa, non possiamo non pensare al procedimento di stampa di testi e immagini per eccellenza, la tipografia.
La sua storia ha inizio nell’Ottocento, quando possiamo affermare che scienza e tecnologia hanno potuto godere di una evoluzione tale da comportare sostanziali cambiamenti in due settori dove la carta e i caratteri mobili erano padroni, ovvero la stampa e la pubblicità.
Grazie ad una richiesta sempre più crescente di novità, difatti, nacquero nuovi concetti, come quello di design grafico, e con essi la necessità di inventare qualcosa di nuovo, che potesse differenziare la comunicazione e lo stile, come i font.
Due date sono state molto importanti nello sviluppo della tipografia moderna: nel 1798 nacque la prima macchina per fabbricare la carta, progettata in Francia da Nicholas Louis Robert, e poi sviluppata in maniera più efficace nel 1803 dall’ingegnere inglese Brian Donkin; mentre nel 1814 Friedrich König brevettò la prima macchina a stampa piano-cilindrica, che sostituí in maniera definitiva il torchio. In questo periodo, inoltre, vedono la luce anche i primi caratteri che davano l’illusione ottica della tridimensionalità, grazie all’uso delle ombre e della profondità: nel 1816 nasce il carattere sans serif.
Col crescere della produzione in serie e della commercializzazione del prodotto, il settore tipografico si incontra con quello della stampa, che non si occupa più solamente di notizie, ma anche di riviste illustrate, fumetti, cataloghi, volantini: siamo negli inizi del ‘900, e diverse correnti artistiche si lanciano in questo “nuovo mondo”, dove il design e il bello si uniscono al funzionale.
Complice l’epoca aurea della Rivoluzione Industriale, nasce l’esigenza fisica di svuotare i magazzini, e di pensare a un metodo che unisca l’arte al commercio, ovvero l’advertising, la pubblicità come s’intende oggi: il mondo della tipografia e del design incontrano il marketing, la comunicazione atta allo scopo di promuovere, di vendere: ecco a voi, la grafica pubblicitaria!
Il primo esponente di spicco di questo nuovo corso è il movimento artistico della Bauhaus, che operò in Germania dal 1919 sino agli anni Trenta: nata come scuola, divenne un riferimento per tutti i movimenti d’innovazione nel campo del design e dell’architettura legati al razionalismo e al funzionalismo. Per quanto riguarda il laboratorio tipografico, i tre membri principali furono Lyonel Feininger, Carl Zaubitzer e Herbert Bayer, con quest’ultimo attivo soprattutto nel ramo della stampa pubblicitaria: grazie ad essi, la corrente si avvicinò moltissimo all’idea di graphic design che oggi tutti abbiamo in mente.
Successivamente, nel periodo che attraversò la Seconda Guerra Mondiale fino a portarci nella nostra epoca, in tutto il mondo stili e correnti artistiche grafiche si svilupparono, favorite dal boom economico del dopo conflitto bellico, che aveva bisogno della pubblicità per rilanciare il commercio e l’industria: fra tutti i paesi, quelli più attivi furono gli Stati Uniti e la Svizzera, che ospitarono i migliori graphic designer del globo e permisero loro di sviluppare la loro genialità.
Da allora ad oggi, l’evoluzione tecnologica, con l’avvento del computer, ha contribuito infine a digitalizzare la tipografia, rendendola una attività sempre meno fisica e sempre più virtuale, abbattendone anche i costi e facendo diventare la grafica un’arte a portata di tutti.