Il video editing in un… videoclip
Quando parliamo di video editing, ci riferiamo ad un insieme di tecniche e di capacità che permettono di scegliere delle immagini, statiche o in movimento, e di metterle in un ordine tale da creare un video, dando vita spesso a un composto, che unisce una parte audio e, naturalmente, una parte video.
Una delle migliori manifestazioni di questa arte è senza dubbio il videoclip musicale: per conoscerne l’origine, dobbiamo tornare indietro nel tempo, sino al 1894, quando gli editori di spartiti musicali Edward B. Marks e Joe Stern incaricarono George Thomas, assieme ad una serie di artisti, di promuovere la loro canzone The Little Lost Child. Sfruttando le caratteristiche di una lanterna magica, Thomas proiettò una serie di immagini fisse su uno schermo, simultaneamente ad una performance strumentale dal vivo: con forma di intrattenimento, nasce l’antenato del video musicale, ovvero la canzone illustrata.
Negli anni Trenta del Novecento, con l’introduzione del sonoro nel cinema, iniziarono ad apparire i primi cortometraggi musicali, soprattutto nel mondo della animazione: ne sono un celebre esempio le Silly Symphonies, prodotti da Walt Disney come un mix tra dei brani classici e delle scene disegnate animate, pensati per attrarre un pubblico variegato, dai più piccini agli adulti, seguiti dai prodotti della Warner Bros chiamati Looney Tunes.
Per giungere al vero e proprio videoclip musicale, però, dobbiamo arrivare sino agli anni Sessanta quando, favoriti dalla diffusione dei video jukebox, vari artisti si impegnarono nella produzione di mini filmati su pellicola, che raccontavano le loro canzoni: da li a poco, breve fu il passo verso la nascita dei primi canali tematici, che ospitavano gli artisti e le loro performance non più solamente sonore: gli show televisivi australiani Countdown e Sounds, entrambi trasmessi per la prima volta nel 1974, in questo ambito ebbero una importanza fondamentale nella diffusione popolare della musica filmata nel continente, e anche nel resto del mondo iniziarono a nascere trasmissioni similari, come il celeberrimo (e longevissimo) Top of the Pops.
Oramai i tempi erano maturi, e grandi registi iniziarono ad interessarsi all’argomento: uno di essi fu Russell Mulcahy, “padre visivo” di “Video Killed the Radio Star” dei The Buggles, passato alla storia come il primo video musicale ad essere programmato sull’appena nata MTV nel 1981.
Uno dei principali motivi per cui il brano divenne tanto celebre è che il suo videoclip andò in onda il primo di agosto 1981 alle 00:01: tale scelta non fu casuale, perché la canzone e le immagini del video parlano di una “stella della radio” che perde popolarità con l’avvento dell’era della “musica da vedere”.
Proprio grazie a MTV, la musica divenne protagonista della televisione, sino alla metà della prima decade del Nuovo Millennio, quando l’esplosione del Web e di programmi come Youtube spostarono l’attenzione sui new media, abbandonando in parte il “tubo catodico”.